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Lotus Birth - La nascita dolce

In Italia se ne parla molto poco per ora, ma che cos'è la Lotus Birth?
"Il nome deriva da Clair Lotus Day, infermiera californiana, che riteneva di avere la particolare dote di vedere un’aura attorno alle persone. Essa affermava che l’aura di chi non aveva ancora subito il taglio del cordone fosse più vibrante e integra: al momento della nascita di suo figlio chiese di non recidere il cordone, inaugurando così questa pratica. Era il 1974."

Esiste un sito ufficiale che spiega di che cosa si tratta e raccoglie i nomi dei nati con il parto integrale, cioè senza il taglio del cordone ombelicale, e riporta le parole di Jeannine Parvati Baker:
Lotus Birth è il modo più dolce, sensibile e rispettoso per entrare nella vita. E' la procedura di nascita in cui il cordone ombelicale non viene reciso e il neonato resta collegato alla sua placenta. Pochi giorni dopo la nascita (dai 2 ai 10, ma di media 3/4) il cordone si separa in modo naturale dall'ombelico del bambino. Il distacco avviene quando entrambi, bambino e placenta, hanno realmente concluso il loro rapporto e decidono sia giunto il momento della separazione. 


Il contatto prolungato con la placenta permette al bambino di ricevere tutta la quantità del preziosissimo sangue placentare che è presente alla nascita e che la natura ha previsto per la costituzione del sistema immunitario. E' un periodo di transizione in cui il bambino può separarsi dal corpo della madre dolcemente e gradualmente e completare il suo corpo eterico. Un tempo importante per stabilizzare il sistema respiratorio autonomo e gli altri organi.

Quindi un tempo che rallenta il processo del dopo nascita e porta la consapevolezza dei bisogni del neonato, permettendo che germoglino intimità e integrazione: il vero bonding, i cui benefici effetti accompagnano la famiglia nel corso della vita. 

Il Lotus Birth è una bellissima e logica estensione della nascita naturale: ci invita a rispettare il cosiddetto secondamento, la fase in cui nasce la placenta, e ad onorare quest'ultima quale prima fonte di nutrimento del neonato. 

"Che cos'è esattamente il Lotus Birth? E' un rituale del dopo-parto, dei primi giorni di intimo isolamento. La nostra cultura occidentale ha perduto in gran parte questi rituali importantissimi del dopo-parto e i nostri bambini mostrano segni di essere cresciuti troppo in fretta, spinti verso una fase di crescita successiva prima di essere essenzialmente pronti, con l'inquietudine e la dissociazione che tutto ciò comporta." 

Jeannine Parvati Baker è un personaggio poliedrico e sorprendente: allo stesso tempo ostetrica, maestra di yoga, erborista, astrologa e esperta in cerimonie sacre. È la fondatrice di Hygieia College, una scuola esoterica internazionale di scienza femminile e di arte ostetrica esperenziale (libera traduzione di «mystery school in womancraft and lay-midwifery»), che si pone come obiettivo la guarigione della Terra attraverso la guarigione della nascita. 
Ovvio che una pratica ancora così poco conosciuta venga messa molto in discussione. Molti medici si dichiarano contrari per supposti rischi di infezione della placenta, ma che finora ancora non sono mai stati registrati e per una presunta inutilità della scelta di lasciare il bambino ancora con la sua placenta, perchè, come spiegato su https://www.uppa.it/nascere/gravidanza-e-parto/lotus-birth/ :
"Dal momento in cui la placenta (l’organo dal quale il feto riceve ossigeno e nutrienti) si stacca dal punto di inserzione nell’utero, perde la sua funzione; nel momento del distacco (spesso anche prima) cessa la pulsatilità, cioè le contrazioni regolari che rendono possibile lo scorrere del sangue dal bambino verso la placenta e soprattutto dalla placenta verso il bambino. Sangue preziosissimo che deve essere garantito al neonato nei primi minuti dopo la nascita: tanti studi hanno infatti mostrato chiaramente i vantaggi che derivano dal non praticare il taglio precoce del cordone, come purtroppo si fa ancora in alcuni punti nascita. Quando il cordone smette di pulsare però non c’è più movimento di sangue tra i due distretti, né quindi passaggio delle sostanze che il sangue stesso veicola: il cordone collassa, la sostanza gelatinosa al suo interno perde liquidi e si essicca fino a mummificare. La placenta rimane ancora ricca di sangue, ma è un sangue non utilizzabile: ecco perché non si ha alcun vantaggio dal Lotus Birth."
Molto controversa la questione dal punto di vista scientifico, resta quello spirituale, del lasciare che i tempi scorrano naturalmente, del lasciar fare a qualcosa che noi non abbiamo programmato, della lentezza e comprensione. In un certo senso di fede. 
Riporto le parole di una cara amica che preferisce rimanere anonima e che ha scelto la Lotus Birth per il suo primo figlio:"L’esperienza del Lotus Birth è stata l’esperienza più sacra che ho potuto vivere nella mia vita sino ad ora.
Ho partorito mio figlio ed ho deciso di accompagnarlo gentilmente alla vita lasciando che Madre Natura facesse il suo corso, aspettando, osservando quanto accadeva giorno dopo giorno. Mi sembrava di avere tra le mani un oracolo, da venerare, toccare con cura… la sacralità della placenta assieme alla purezza incontaminata di mio figlio, la vibrazione di una “nuova” ma antica anima incarnata in un nuovo ma potente corpicino. Giorno dopo giorno il cordone si seccava e un po’ mi dispiaceva dover salutare questo legame, ma notavo come quest’occasione mi dava la possibilità di preparare anche me stessa completamente al più grande cambiamento della mia vita: diventare madre. Il momento in cui il cordone si è staccato, mio figlio era sulle mie gambe, ha emesso un lieve gemito ed ho capito subito che il cordone si era staccato. In quel momento ho provato una serie di emozioni contrastanti; è stato come se mio figlio fosse nato veramente, è stato un momento di presa di coscienza, un passaggio alla vita vero è proprio ed io mi sono sentita spontaneamente di augurare a mio figlio ogni bene, come se dovesse partire per un viaggio, il viaggio della vita. Abbiamo organizzato un rituale di sepoltura della placenta, per ringraziare il divino, Madre Terra e l’universo di tutto ciò che in 9 mesi ci aveva donato: sostegno, protezione, nutrimento, vita; ed abbiamo poi piantato sopra un albero, che simbolicamente rappresenta l’albero di mio figlio. Un piccola parte di placenta l’abbiamo invece tenuta ed abbiamo creato dei rimedi placentari con cui poter aiutare mio figlio in qualsiasi caso di necessità, fisica, psicologica ed emotiva. Non posso dimenticare quei momenti così preziosi vissuti con completa sacralità, in cui ho potuto ascoltare ed assecondare il mio istinto di madre, osservare il miracolo della nascita con lentezza così da poterla gustare ed assaporare pienamente."



Nella prima immagine la placenta di Mariarosy, gentilmente concessa dalla mamma Stefania Marana.

http://www.lotusbirth.it/
http://www.terranuova.it/News/Genitori-e-figli/Parto-consapevole






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