L'arrivo della mia stagione preferita, l'autunno, porta molte cose: giornate più fresche, sere più buie, la Natura che muta in caldi colori brillanti. Ma anche la necessità di ritirarsi in sè stessi, un rinchiudersi in casa e nella propria interiorità. Finite le pazze notti all'aperto, amori sull'erba nelle notti di luna, bevute e chiacchiere con gli amici fino a tarda sera.
Si rientra: al lavoro, a scuola. A coltivare noi stessi. Ma non è indolore il passaggio.
C'è chi come me, nonostante ami questa stagione più di tutte (caccia a parte) si "ammala". Senza rendersene conto, senza preavvisi. Ci si ritrova colmi di tristezza inspiegabile, di sconforto. Di insofferenza verso gli altri, a volte. una sorta di buio profondo che ci fa scivolare sì dentro noi stessi, ma lontano dagli altri e che non ci fa vedere nessuna via d'uscita. Un pozzo oscuro da cui non sai come uscire.
"Eppure stai bene, no?"
"Non hai nessun malanno fisico!"
"Hai tutto dalla vita! Che vuoi di più?"
"Pensa a chi sta peggio!"
Tutte frasi più che ricorrenti. Che io stessa ammetto di aver detto. Ma che lasciano il tempo che trovano, quando non fanno peggio.
E' difficile spiegare e trovare un perchè a questo sconforto. L'unica speranza è trovare un appiglio, uno scopo che ci convinca che ancora qualcosa è possibile, che qualcosa di buono possiamo fare, che la forza e la voglia per farle la dobbiamo tirare fuori, che troveremo risposta alle nostre domande.
E, cosa più importante, avere qualcuno vicino, che non ci abbandona, che non perde la pazienza e sopporta. Perchè a stare male da soli, a quello no, non si sopravvive.
http://www.huffingtonpost.it/2015/07/08/23-foto-depressione-arte_n_7751322.html
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